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La Pinacoteca di Brera apre le celebrazioni del bicentenario con una mostra presentata nella sala XV dedicata alla celebre Cena in Emmaus di Caravaggio. L'opera, realizzata nei pressi di Roma intorno al 1606, è messa eccezionalmente a confronto con l'altra versione dello stesso tema, eseguita dal pittore nel 1601 e concessa in prestito dalla National Gallery di Londra.

La prima Cena appare debitrice della tradizione pittorica lombarda del Cinquecento. Attorno ad una tavola imbandita, alla presenza di un oste, Cristo spezza il pane e col gesto benedicente si rivela ai due attoniti pellegrini di Emmaus. La luce fortemente convergente, evidenzia in modo uniforme lo spazio prospettico e le azioni, e dà risalto alla realistica natura morta, carica peraltro di valenze allegoriche e significati eucaristici e salvifici.

La versione della Pinacoteca di Brera della Cena in Emmaus, è dipinta da Caravaggio circa quattro anni dopo la Cena di Londra. L'artista sceglie di ritrarre un momento immediatamente successivo a quello rappresentato nella versione precedente: il pane è già stato spezzato e Gesù benedice i discepoli congedandoli. In questa scena più essenziale e immersa nel buio, l'unica fonte di luce, fortemente laterale, sottolinea in maniera selettiva e puntuale l'intensità dei gesti, più semplici e naturali, e le espressioni concentrate degli astanti, rivelando un cambiamento di linguaggio che caratterizzerà tutte le opere seguenti.

Accompagnano la presentazione affiancata delle due Cene altri due dipinti appartenenti alla fase giovanile del maestro lombardo, il Concerto e il Ragazzo con canestro di frutta, concessi in prestito rispettivamente dal Metropolitan Museum di New York e dalla Galleria Borghese di Roma. Il Giovane con canestro di frutta è appartenuto a Giuseppe Cesari, detto Cavalier d'Arpino, pittore presso la cui bottega Caravaggio lavora appena arrivato a Roma. Ma già nel 1607, a seguito del sequestro dei suoi beni, l'opera entra a far parte delle collezioni del cardinale Scipione Borghese. Nel dipinto, realizzato tra il 1593 e il 1594 presso la bottega del D'Arpino, un giovane a mezza figura regge una bellissima natura morta, riprodotta con straordinaria aderenza alla realtà, che anticipa la celebre Canestra di frutta, oggi alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Il Concerto del museo newyorchese è una delle prime opere eseguite a Roma dal giovane artista per il cardinale Francesco Maria Del Monte, citata persino dal suo rivale Giovanni Baglione come "una musica di alcuni giovani ritratti dal naturale" dipinta "assai bene". La tela subisce molti passaggi di proprietà già nel Seicento fino a essere acquistata dal Metropolitan Museum nel 1953. L'opera, datata al 1594-1595, è particolarmente significativa nel percorso di Caravaggio, che sperimenta forse per la prima volta una composizione a più figure, ritraendo probabilmente, piuttosto che quattro modelli diversi, lo stesso ragazzo atteggiato in pose differenti.

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